Regia: Francesco Crescimone, Carlo Bolli, Enzo Falessi, Edwin Forrest
Casa di produzione: Cinegiornali liberi
Anno: 1970
Abstract: E' una rara testimonianza della figura e dell'azione di Don Mazzi, il sacerdote che, ponendosi dalla parte degli sfruttati e degli oppressi, fu l'animatore della straordinaria esperienza dell'Isolotto, un quartiere popolare di Firenze. Il film si apre con l'inaugurazione della nuova chiesa del quartiere, alla presenza degli abitanti, che hanno lottato per ottenerla, e molti dei quali sono stati sfrattati dalle loro abitazioni dalla stessa Curia. Nell'intervista che segue, Don Mazzi afferma che l'esperienza dell'Isolotto vuole indicare la necessità di un cambiamento radicale della Chiesa, un cambiamento che si inserisce nelle lotte rivoluzionarie accese in tutto il mondo. Non cerca mediazioni con la Chiesa ufficiale, la quale, arroccata com'è nella difesa dei suoi privilegi e del suo potere, è irriformabile. L'esperienza dell'Isolotto vuole costruire una comunità religiosa nuova, radicata nella Chiesa degli oppressi e degli sfruttati, recuperando l'originaria lezione evangelica. Nell'ultima parte del cinegiornale, Don Mazzi commenta, alla presenza della comunità, la lettera pastorale in cui la Curia prende una posizione sull'esperienza dell'Isolotto. Una lettera definita "lupina", cioè dei lupi, poichè con giri di parole e allusioni si rovescia la realtà, e in definitiva si condanna l'esperienza dell'Isolotto. La voce di Don Mazzi continua il suo tagliente commento sulla lunga coda nera che chiude il film