documentario: Primo Sammarchi, el Pinela de Derghen

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Regia: Antonio Augugliaro
"Avevamo sempre fame, anche noi bambini cercavamo sempre qualcosa da mangiare. Mancava la farina, lo zucchero, il sale. Mangiavamo riso vestito (grezzo, con l’involucro) e bevevamo caffè di cicoria. Quando trovavamo la castagnaccia era una festa".
Primo Sammarchi ricorda la sua infanzia, nel cortile della casa della sua infanzia, in via Imbonati 9.
Nel cortile del caseggiato sono disegnati dei panni stesi e in particolare una tovaglia, che simboleggia la convivialità e riporta all’intimità domestica, all’immagine di una famiglia seduta insieme a mangiare.
Primo era l’ultimo di cinque fratelli. La finestra della cucina si affacciava proprio sull’interno del cortile: è facile immaginarli tutti e sette a cena, anche se in tempo di guerra c’era poco da mettere in tavola.
Giù in cortile si giocava alla muréla con le figurine di cartone lanciate contro il muro, alla lippa con i bastoni, con una palla di stracci “perché non c’erano i soldi per la camera d’aria”. Tutt’intorno, decine di biciclette - fondamentali per i rifornimenti e le comunicazioni durante la #Resistenza.
ANPI Sezione Martiri di Dergano