Morire di lavoro: i dati 2010 dell'osservatorio indipendente di Bologna

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Non c'è il calo che ci si aspettava e di lavoro si continua a morire. Luciano Tavaresi 48 anni, Francesco Urgu 44 anni, Salvatore Glorioso 48, Rachid Chaiboub 32. Nomi ignoti, insieme ad altri . Fanno parte delle 593 vittime che, nel 2010, hanno lasciato la loro vita sul posto di lavoro, (+6,5% rispetto al 2009). Se poi si considerano i lavoratori morti in itinere si arriva a contare 1080 vittime e più di 25.000 invalidi. Lista e dati sono stati resi noti dall'osservatorio indipendente di Bologna e a questi numeri si aggiunge il contatore che, sul sito di Articolo 21 ne segna in tempo reale, l'andamento annuale. In attesa dei dati ufficiali dell'Inail, dunque, Il calo che si ipotizzava non c'è stato. Si muore in edilizia 167 vittime), in agricoltura 165, nell''industria 73 i morti), ma anche L'Esercito Italiano ha offerto i propri caduti (14di cui 13 IN Afghanistan), l'ultimo Matteo Miotto proprio il 31 dicembre. gli stranieri, in 60, rappresentano il 10,1% sul totale il 41% sono romeni. ma nella fascia d'eta' compresa tra i 19 e i 39 anni la loro percentuale raggiunge il 15%. le regioni con piu vittime sono: Lombardia 81, veneto 54, Puglia 46 ma si muore anche nelle regioni piccole. 6 in Umbria e 6 in Basilicata. Si muore di più dai 40 ai 49anni 113 le vittime e dai 49 ai 59 116. Il disegno di legge 81, la legge quadro sulla sicurezza, manca ancora di parte dei regolamenti attuativi. Una legge a metà. Forse, se il ministero desse seguito agli impegni presi e ai suoi doveri istituzionali, questi numeri potrebbero scendere. Ma, per ora, di lavoro si continua a morire. Dal dopoguerra ad oggi più di 80mila morti. Come se sparissero tutti i cittadini di Siena e di Mantova (articolo 21)