Camusso, Cgil: un milione di persone in corteo controla manovra fiscale

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Servizio di Rai 3 La Cgil incrocia le braccia e scende nelle piazze italiane, nella giornata dello sciopero generale, per dire al governo di cambiare la manovra «ingiusta, iniqua e depressiva». Per chiedere di far pagare «di più chi più ha», invece che farla pesare sui «soliti noti», i lavoratori. Lo fa con cortei, presidi e manifestazioni in tutte le regioni e nelle principali città: da Roma a Napoli, da Milano a Bologna. «Tutto sulle nostre spalle» è lo slogan. Insieme ai lavoratori anche esponenti dell'opposizione: il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, a sorpresa arriva al corteo di Milano. A Napoli, il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro. Ma anche il portavoce nazionale di Sinistra Ecologia Libertà, Nichi Vendola. «Siamo oltre un milione», fanno sapere da Corso d'Italia. «Un successo straordinario, oltre le aspettative», commenta il vice segretario generale Susanna Camusso. «Dimostra come il nostro Paese non sia rassegnato», aggiunge. E respinge le considerazioni di chi parla di una Cgil «isolata»: «Basterebbe guardarsi intorno...» replica. «Massiccia», aggiungono gli organizzatori, l'adesione allo sciopero generale: quattro ore nel settore privato (otto per i metalmeccanici), l'intera giornata nel pubblico. «Bassa» secondo il governo: nella Pubblica amministrazione il ministro, Renato Brunetta, parla di una partecipazione intorno al 4%. «Mi auguro che questo sciopero sia l'ultimo», dice il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. L'ultimo «di una stagione segnata da un forte condizionamento ideologico», che «al contrario, preluda a una nuova fase legata anche al rinnovo del vertice». E proprio a Camusso, candidata a leader della confederazione, è affidato il testimone della giornata di mobilitazione. Il numero uno del sindacato di Corso d'Italia, Guglielmo Epifani, non c'è, impegnato in Canada, a Vancouver, per il secondo Congresso mondiale dell'International Trade Union Confederation, la Confederazione internazionale dei sindacati. La Camusso partecipa alla manifestazione principale, a Bologna, dove interviene in piazza Maggiore: qui sono 100 mila, sempre secondo i dati forniti dagli stessi organizzatori. Settantamila a Napoli e Milano, rifersicono. Dal palco bolognese, chiede al governo una strategia per la crescita, politiche per l'industria e l'occupazione, interventi a sostegno dei redditi di lavoratori, pensionati e giovani. Di qui la proposta anche di una tassa sui ricchi. «Chi ha un reddito superiore a 150.000 euro, per due anni può pagare un'addizionale che permetta di non chiedere a lavoratori a 1.000 euro di rinunciare ai loro contratti?», chiede Camusso, tirando in ballo anche le rendite finanziarie. Da Milano, anche Bersani parla di manovra «ingiusta e iniqua» e chiede all'esecutivo di correggerla almeno per «le cose più inaccettabili, che colpiscono i servizi e i redditi fondamentali». Da Roma, il presidente dell'Assemblea del Pd, Rosy Bindi, parla di «straordinaria adesione che conferma il disagio del Paese profondo e reale».