Lo hanno chiamato poeta operaio ma la definizione è senza dubbio riduttiva. Del resto la vicenda di Luigi Di Ruscio è talmente unica che la tentazione di semplificarne la figura può essere facile e fuorviante per molti. Poeta autodidatta nell'Italia del dopoguerra, poi muratore disoccupato e militante di base nel Pci di Palmiro Togliatti, infine emigrato nel '57 in Norvegia per acquisire lo status per lui definitivo di operaio metalmeccanico nella fabbrica fordista, Di Ruscio è stato ed è molti uomini insieme. Molti poeti in uno...