Legalità: l'unica risposta per il lavoro e il futuro

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La Legalità è l'unica risposta per il Lavoro e il Futuro. Legalità come “condizione imprescindibile per garantire al Paese tenuta democratica, convivenza civile e sviluppo economico”. E' sulla base di questa idea che la CGIL ha deciso di promuovere una Campagna nazionale sulla legalità economica. Un'iniziativa che si rende necessaria in un periodo di crisi, non solo economica, ma anche etica e sociale del paese e che deve essere considerata un vero e proprio impegno di lavoro, un progetto politico che renda tutta la CGIL protagonista di proposte operative concrete. Rendere libero il Lavoro dalle maglie dell’illegalità vuol dire occuparsi del futuro del Paese, di un progetto di sviluppo in cui il rispetto delle regole garantisca, di fatto, Diritti certi ed esigibili, qualità della vita e sicurezza, in cui la giustizia metta in condizioni tutti di esercitare paritariamente la certezza del diritto, si cancellino sfruttamento e schiavitù come forme di competizione. La Confederazione denuncia il danno che la criminalità organizzata da sempre rappresenta per l'economia nazionale in termini di risorse materiali, immateriali ed umane. Sono allarmanti i dati che descrivono il ritardo economico nelle regioni del Mezzogiorno, in particolare Sicilia, Calabria, Campania e Puglia nelle quali le organizzazioni mafiose hanno le loro radici. Ma preoccupante è anche l'espansione dell'economia criminale legata al fenomeno mafioso, che sin dagli anni '70 si è diffusa in tutta Italia. La CGIL, infatti, ricorda come nessun luogo può considerarsi immune dal trapianto di organizzazioni criminali o dall'espansione del fenomeno della criminalità organizzata la cui diffusione nelle aree non tradizionali del Centro-Nord, avviene perché riesce ad offrire, almeno nella fase iniziale, servizi erroneamente percepiti come vantaggiosi per gli attori economici locali. Con questa campagna il sindacato vuole al contempo lanciare una stagione di contrattazione sulla legalità e lanciare un allarme sul tema che in tempo di crisi i modelli e i settori di produzione, non avendo risposte in termini di politica economica e di politica industriale, sono stati esposti al rischio di contaminazione da parte delle economie criminali ed illegali”. Oggi, avverte la Confederazione, circa un terzo dell'intera economia italiana è nelle mani delle mafie. E la crisi in corso sta peggiorando la situazione: si drenano risorse dai settori economici e finanziari legali a quelli criminali. Dunque, l'impegno della CGIL nella riaffermazione della Legalità è quello di offrire uno spazio nel quale tutti possano contribuire alla lotta alle mafie e all'illegalità attraverso azioni concrete. I primi obiettivi che la CGIL si pone nella lotta all'illegalità economica sono: il ripristino della legge 188/07, contro le cosiddette dimissioni in bianco; la cancellazione della legge 189/02, meglio nota come legge Bossi-Fini; la revisione di tutte le leggi e le norme che rendono il lavoro instabile, precario e meno sicuro; l’approvazione della proposta di legge della CGIL sul caporalato, promossa con la campagna 'STOP caporalato' di FLAI CGIL e FILLEA CGIL; una politica coordinata sul controllo di legalità in tutto il ciclo economico pubblico e privato in cui tracciabilità e prescrizione sulla regolarità dei procedimenti siano assunti come punti di forza nella lotta alle mafie; affrontare la riforma della giustizia con un processo condiviso dagli operatori e ripristinare il rispetto dell’azione della magistratura e dei lavoratori pubblici come valore condiviso di fiducia verso l’azione pubblica e le Istituzioni; infine, abolire le leggi premianti dei comportamenti non virtuosi dai condoni all’elusione.