I figli della Rivolta: i treni della felicità

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Il 23 marzo 1950 a San Severo uno sciopero diventa rivolta. A sedarla arriva l'esercito con i carri armati. Al termine degli scontri numerosi feriti e una vittima. Vengono arrestate 180 persone per 'insurrezione armata' contro i poteri dello Stato. Sono sottoposte a un lungo processo, che vede loro difensore Lelio Basso. Dopo due anni gli imputati vengono assolti e rilasciati. I loro figli, circa 70 bambini, nel frattempo sono ospitati, "adottati" da famiglie di lavoratori del centro-nord in segno di solidarietà sociale e politica. Questo episodio è solo un tassello del vasto movimento nazionale che già dal '46 operava in Italia, organizzato dai partiti della sinistra e da organizzazioni femminili come l'UDI. Le famiglie emiliano romagnole, marchigiane e toscane, dei comitati di Solidarietà Democratica, accolsero come figli adottivi i più poveri bambini del Sud, ma anche delle zone martoriate dai bombardamenti o dalle alluvioni. Un'esperienza di massa che portò, nei "treni della felicità", circa 70.000 bambini a vivere l'adozione familiare. Il progetto di ricerca è stato avviato nel 2002, tra Puglia, Marche ed Emilia Romagna, da Giovanni Rinaldi, ricercatore di storia orale, e Alessandro Piva, regista. Fonti orali e materiali iconografici costituiscono la base del cortometraggio "Pastanera". La ricerca è sostenuta da CASA DI VITTORIO. "I figli della rivolta" è una videopresentazione realizzata da Giovanni Rinaldi. Contiene testi e fotografie raccolti durante la ricerca. Musiche di Eugenio Bennato, Afro Celt Sound System, Louis Clavis. In libreria: Giovanni Rinaldi, I treni della felicità. Storie di bambini in viaggio tra due Italie, pref. di Miriam Mafai. Ediesse,