Roma 16 Ottobre. Ci saremo perché le lavoratrici e i lavoratori di questo paese stanno pagando il prezzo più alto della crisi. Ci saremo perché qui da noi a L'Aquila stiamo vivendo una nuova emergenza che è quella del LAVORO. Quasi 15.000 persone all'Aquila hanno perso o stanno perdendo il lavoro. Migliaia sono in cassa integrazione. Il futuro non offre nessuna prospettiva di una vita lavorativa dignitosa ai giovani di questo territorio. Quanto accaduto a Pomigliano e a Melfi ci riguarda da vicino. Il governo italiano sta erodendo lo stato sociale e i diritti attuando ricatti pesantissimi sulla vita di tante e tanti. Noi continuiamo a credere che sui diritti fondamentali non ci siano margini di trattativa. Per questo vogliamo continuare a difenderli, giorno dopo giorno. Nel cratere colpito dal sisma stiamo pagando un prezzo altissimo alla continua erosione dei diritti e delle garanzie democratiche che il governo sta attuando. Nel paese dell'evasione fiscale tra le più alte del mondo e dei continui condoni, il nostro territorio si trova a dover rinnovare la mobilitazione per avere un trattamento fiscale equo, per lo meno uguale a quello concesso ad altri territori colpiti da catastrofi simili. La battaglia per la sospensione delle tasse non può essere separata da quella per il rilancio economico e occupazionale del territorio. Dal cantiere più grande d'Europa, dove aumentano il lavoro nero e il degrado, siamo al fianco di quei sindacati che chiedono sì lavoro, ma lavoro con dignità. Dobbiamo infatti avere gli strumenti per uscire dalla logica dell'assistenzialismo e poter costruire una città e un territorio aperti, vivi e capaci di futuro. Perché le lotte non sono separate, per rompere la solitudine che viviamo nel quotidiano, per gridare che dire NO si può come hanno fatto gli operai a Pomigliano, come proviamo a fare noi, nel nostro difficile quotidiano, opponendoci a scelte che continuano a pioverci sulla testa, per una ricostruzione -- dell'Aquila e del paese -- realmente democratica e per tutti.