Durante la seconda guerra mondiale si fecero sentire gli effetti del conflitto: il 16 luglio 1943 cominciarono ripetuti bombardamenti aerei ai quali si aggiunsero, dall'autunno 1944 alla primavera del 1945 cannoneggiamenti che causarono distruzione ed oltre tremila morti, anche se resistettero i rifugi antiaerei. Fermo fu il totale rifiuto dei bolognesi alla repubblica fascista ed all'invasore tedesco e altrettanto tenace fu la resistenza dei partigiani che contribuì alla cacciata di fascisti e tedeschi con un tributo di sangue non indifferente: l'episodio più sanguinoso fu la battaglia di Porta Lame combattuta dalle forze partigiane il 7 novembre 1944. All'alba del 21 aprile 1945, dopo che gruppi partigiani avevano già preso possesso dei principali edifici pubblici, fecero ingresso in città da punti diversi le truppe alleate: prima i soldati del 2º Corpo Polacco dell'VIII Armata e parte della "Brigata Maiella", costituita da partigiani abruzzesi; poi i reparti avanzati della 91ªe 34ª divisione USA; infine le avanguardie dei gruppi di combattimento italiani Legnano, Friuli e Folgore. I cittadini bolognesi accorsero nelle strade del centro, festeggiando l'ingresso dei soldati nella città liberata. Lo stesso giorno Giuseppe Dozza venne nominato sindaco dal Comitato di Liberazione Nazionale e riconfermato successivamente per vent'anni dai cittadini bolognesi. (Istituto per la Storia e le Memorie del '900)