Intervista a Maria Bolla, presidente dell'ANED (Associazione Nazionale Deportati Politici), sulle attività antifasciste e sulle deportazioni seguite allo sciopero del primo marzo '44. Il panorama dei lavoratori operai era composto dai maestri o capomastri (capaci di realizzare il 'capolavoro' e quindi appartenenti alla così detta 'aristocrazia operaia', in grado con i propri scioperi, risalenti al periodo pre-fascista del 'biennio rosso' del 1919-1920 di fermare la produzione) e dai 'garzonetti' (ovvero i giovani apprendisti, spesso minorenni: si entrava in fabbrica già a partire dai 12 anni, quindi cresciuti durante il fascismo). Maria Bolla descrive lo scenario nazionale e cittadino (relativo a Savona) dalla caduta di Mussolini il 25 luglio del 1943 che poi, dopo l'armistizio dell'8 settembre porta alla nascita del CLN e delle prime formazioni partigiane. Con il dopoguerra e lo smantellamento dello stabilimento savonese dell'ILVA i reduci delle deportazioni saranno protagonisti delle lotte e saranno spesso tra le principali vittime dei licenziamenti proprio in virtù delle attività politiche di cui sono protagonisti già in periodo pre-fascista e fascista: in maggioranza, infatti i deportati politici sono comunisti, socialisti e del Partito d'Azione. Laboratorio Audiovisivi Buster Keaton Campus Universitario di Savona