regia: Pietro Balla, Monica Repetto produzione: Deriva film | Realizzato con il supporto del Piemonte Doc Film Fund Anno: 2008 abstract: Dal 1923, quando la Fiat costruisce la fabbrica più grande d’Europa, Torino diventa simbolo dell’industria italiana e delle trasformazioni sociali del paese. Oggi, 4 luglio 2007, la città celebra la nascita della nuova Fiat 500. Fuori dalla festa ci sono orari, turni, fatica, famiglie, bollette da pagare, ma dentro la festa la vita sembra ancora un sogno a buon mercato. Nadia, 44 anni, divorziata, due figli ormai grandi ma ancora da seguire, ha accantonato passione per l’arte e diploma artistico da più di 20 anni. In fabbrica fa un lavoro da uomo ed ha lottato per conquistare i ben retribuiti turni di notte. Adesso però la vogliono passare ai turni di giorno, così teme di dover ricominciare la lotta per quello che considerava ormai un diritto acquisito. Alla fatica di sempre si aggiunge anche la preoccupazione per la figlia Deborah che sta finendo il periodo di prova come commessa in un negozio di scarpe, ed è in attesa di firmare il promesso contratto, e per il figlio Rashid, in partenza per le vacanze estive. La routine sempre uguale di attraversamenti pedonali dalla fabbrica a casa, la spesa, il bucato, i turni di notte e i conti da far quadrare con mille euro al mese, oggi le sembrano meno pesanti. Oggi, può mettere da parte rimpianti e preoccupazioni. Oggi si sente bene con se stessa. Questa giornata è il punto di svolta anche per l’irriverente Massimo, quaranta anni compiuti da pochi giorni, operaio di Mirafiori che nel tempo libero o nella “cassa integrazione” fa la Drag Queen con il nome d’arte Greta Veleno. Oggi Massimo si rende conto che il sogno di far parte del rutilante mondo dello spettacolo è terminato, e che continuerà per tutta la vita ad essere un operaio della Fiat. Massimo rinuncia per sempre a vestire i panni di Greta Veleno, che ormai sono stretti per il suo corpo, e guarda in faccia la sua relazione con Angelo, suo compagno da 17 anni, ormai molto lontana dai toni spensierati dell’età del sogno. Oggi, 4 luglio 2007, Massimo ammette il suo fallimento per trovare un po’ di pace e di serenità. (AAMOD)