La tenda in piazza

12 anni 770 Visualizzazioni
Categoria:
Descrizione:
Film diretto da Gian Maria Volonté. Dopo quaranta anni escono fuori da un cassetto le immagini di un inedito backstage, girato in 8mm a Piazza di Spagna, da un calabrese di Tropea. Il film, girato in 35 mm nel 1970 a Roma, per la regia, sapiente regia, di Gian Maria Volontè si intitola “La tenda in piazza”, ed oggi la pellicola è quasi introvabile. È il Natale del 1970. Il tenente Salvatore Libertino di Tropea è a Roma, appena sbarcato dalla Sardegna dove presta servizio alla Base missilistica di Perdadefogu. Aspetta di mettersi sul treno della sera che dalla Capitale lo porterà in Calabria, a Tropea. Nell'attesa, dopo vari giri per le strade romane, arriva a Piazza di Spagna, il tenente ha con se la sua piccola cinepresa 8mm. Il '70 è l'anno, anche a Roma, delle fabbriche occupate. La più grande è la Fatme, c’è poi la Coca Cola, le Camicerie Cagli e altre ancora. “La piazza - come racconta lo stesso Libertino - è animatissima. Drappelli di operai e operaie delle aziende occupate intendono raccogliere fondi e far sentire la voce con striscioni, cartelli, percuotendo bidoni e urlando “lavoro, lavoro…”. Il tutto è seguito dalle forze dell'ordine, celerini della Polizia e Carabinieri. Tutti forniti di equipaggiamento antisommossa: scudi, maschere antigas, manganelli e fucili lancia fumogeni. Libertino, ricercatore curioso da sempre, è tentato da quelle immagini da documentare con la cinepresa ma il suo status militare lo frena. Piazza di Spagna è piena di questurini in borghese con in mano le macchine fotografiche. Sul tetto di un furgone fermo, proprio al centro della baraonda che inizia a farsi più minacciosa, si erge la figura di Gian Maria Volontè dietro una cinepresa 35 millimetri che a tratti riprende. Alla vista dell'attore – regista, Libertino non sente più nulla, urla, suoni, rumori svaniscono all'improvviso. Salvatore è davvero incantato da quella presenza -mito -apparizione. Davanti a lui c’è quello che lui considera il migliore attore del mondo. Libertino sfodera la sua cinepresa amatoriale e inizia a riprendere un po’ tutto e specialmente Volontè che riprende. Cerca di tenersi lontano dalla mischia, rimane alle spalle dei poliziotti in borghese che circondano l'area calda. Volontè intanto scende dal furgone, gira intorno, fa interviste, guida le riprese del suo operatore, lo avvinghia con le braccia, lo accompagna dove e come vuole come un prolungamento del suo sguardo.Volontè si accorge della presenza di Libertino, è l’unico, dopo di lui, in piazza ad avere una cinepresa in mano. I due si sfiorano, si scontrano nella calca e nella ressa della piazza caotica. Libertino cerca di non dare fastidio alle riprese. E nel trambusto Volontè, quasi ad alta voce , gli dice “vieni con me c’è Luchino Visconti”. Salvatore lo segue. Poi Volontè lo invita ancora a seguirlo: “vieni, stai dietro di me. Ora comincia il bello”. Il questore indossa la fascia tricolore. Si sente già la tromba. E’ il segnale della carica. La prima, la seconda, la terza… Libertino lo segue. “Era come se mi trovassi in mezzo alla guerra” racconta oggi. La manifestazione si fa sempre più pesante.. Mentre gli altri fuggono Libertino rimane imperterrito a filmare. L’oggetto della disputa è una tenda che gli operai vogliono montare per avere una base di appoggio e poter raccogliere qualche fondo per la comunità occupante. Dall’altra parte c’è la polizia che lo impedisce nel modo più forte. Si vede la tenda ondeggiare pericolosamente da un bordo all'altro della piazza. C’è un ferito. Lo soccorre lo stesso Volontè. La polizia cerca di far sfollare gli operai dalla piazza. Volontè viene fermato e la sua cinepresa sequestrata. Lo portano via. Libertino nasconde nella custodia la sua e si allontana frettolosamente. Più tardi, su ‘Paese sera’, leggerà che la manifestazione continuerà anche domani mattina. Decide di non partire. Vuole ritornare in piazza. Il giorno dopo -racconta Libertino- la tenda era montata, con la scritta ‘Fabbrica Occupata’, la gente offre qualcosa, soldi ma anche panettoni, fiori, cassette natalizie. C’è anche Nanni Loy. Il clima è più sereno. C’è Volontè, senza cinepresa. Si avvicina e gli stringe la mano. Gli chiede che se vuole può prendersi il suo filmato. Volontè lo ringrazia e gli dice che è tutto a posto, gli è stata ridata l’attrezzatura che non ha subito alcun danno. Si salutano, Libertino lo ringrazia per la disponibilità del giorno prima, dopo avergli ribadito con la mano sul cuore “che è il migliore attore del mondo”. Lui sorride. Le ultime riprese e poi Libertino si avvia verso la stazione Termini che lo porterà verso le strade di casa, verso Tropea. Solo dopo diversi anni Libertino viene a sapere che Volontè con quelle immagini di quei giorni aveva fatto un film in 35 millimetri “La tenda in piazza”, oggi quasi introvabile. In un’intervista lo stesso Volontè dichiarerà: “...è venuto fuori perché in quel periodo c’erano le fabbriche occupate dai lavoratori qui a Roma e avevano pensato per il Natale, non ricordo di quale anno, di piantare una tenda in piazza di Spagna per raccogliere la solidarietà dei cittadini. Abbiamo seguito alcune assemblee nelle fabbriche occupate e la preparazione e l’organizzazione di questa iniziativa. Poi, al momento di metterla su, ci sono stati scontri con la polizia che voleva vietarla, e noi abbiamo registrato e documentato tutto….”. Il film, della durata di 62’, racconta la lotta di operaie e operai delle varie fabbriche occupate. La regia è di Gian Maria Volontè, la fotografia di Paolo D’Ottavi, il fonico è Francesco Venier, l’elettricista Enzo Rocchi. “Un film- dice oggi Salvatore Libertino- che avevo già visto accanto all’attore migliore del mondo”.