Camilla Campana, deportata

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Camilla Campana, nata a Clusone (BG) il 28 novembre 1916, sopravvissuta.
Residente a Cilavegna, lavora come operaia presso il calzificio Giudice e partecipa agli scioperi del marzo 1944. Arrestata il 3 marzo, assieme ad altri membri della commissione di fabbrica del periodo badogliano (Clotilde Giannini e Luigina Cirini, Giovanni Maccaferri e a un comunista, il leader dell’antifascismo in paese Pietro Omodeo Zorini), viene inviata, secondo la sua testimonianza, dapprima al castello di Vigevano, poi all’hotel Regina, quindi alle carceri di San Vittore il 7 marzo (matricola 1550), e poi a quelle di Bergamo. L’itinerario delle scioperanti di Cilavegna è complesso: secondo le carte di San Vittore sarebbero state trasferite al carcere di Bergamo il 18 marzo. Il treno degli scioperanti arriverà l’8 a Mauthausen (trasp. 38). Qui le donne non sono immatricolate e il 13 aprile trasferite a una prigione di Vienna.
Secondo il CICR sono tutte trasferite ad Auschwitz il 25 aprile ’44. Camilla prende il n. 78989, poi è inviata al campo di Ravensbrück il 16 agosto ’44, n. 55492, quindi al campo di Buchenwald il 25 agosto, infine al comando di Liepzig il 30 agosto ’44, n. ‘300. Qui Camilla lavora in un’industria meccanica per la fabbricazione di proiettili. È liberata dai russi dopo una marcia di eliminazione, nella zona tra Lipsia e Dresda. Muore a Cilavegna il 21 ottobre 1982. ANED Pavia