Regia: Grimaldi Fabio
Produzione: Grimaldi Fabio
Anno: 1995
Abstract: Il professore Mario Leporatti, già Preside del Liceo Virgilio di Roma, è ritratto presso la sede dell'ANPI a Roma, intervistato da Fabio Grimaldi e Stelvio Garasi, quest'ultimo militante del PCI della sezione di Via Dei Giubbonari, operaio dell'Ama. Nella lunga video testimonianza, Leporatti ricostruisce il suo percorso umano e politico, soffermandosi a lungo sul periodo fascista, con riflessioni sulle motivazioni della sua affermazione, sugli aspetti violenti, non solo dal punto di vista fisico, del regime. Ricorda i motivi della sua scelta antifascista, l'adesione al Partito Comunista Italiano, la sua prima condanna da parte del Tribunale speciale al confino e a sei mesi di carcere nel 1941. Dopo la caduta del fascismo nel 1943, racconta le attività della Resistenza romana, in particolare le proprie, a cominciare dal comizio che tenne a Roma a largo Tassoni, in quell'anno. Esprime la gratitudine alla gente romana che ha appoggiato i partigiani. Rievoca l'impegno di organizzatore e comandante militare della IV Zona sino al 31 dicembre 1943; l'incarico dal CLN di comandare la brigata partigiana "Garibaldi" che operava nella zona di Viterbo. Con il nome di battaglia "Stefano" con i GAP rammenta le numerose azioni in cui fu coinvolto contro i tedeschi in Sabina. Leporatti si dilunga sulla sua formazione culturale, sugli studi filosofici, di storia, sulla figura di Benedetto Croce, su quella di Gentile, sulla nascita del proprio spirito antifascista, grazie anche ai suoi studi. L'intervista continua con le riflessioni sul concetto di democrazia, sul dopoguerra, sulla ricostruzione, il "dopo 1948" in Italia, sul rapporto del Pci con l'Urss, sullo stalinismo. Rievoca la figura di Lallo Bruscani. Le riflessioni si soffermano sui principi della Costituzione, sui suoi valori, sull'opportunità di "aggiustamenti" ma non "stravolgimenti". Anche i temi dell'emigrazione e del razzismo attuali sono trattati, in particolare l'intolleranza verso le persone che arrivano in Italia in cerca di lavoro, citando gli sbarchi degli albanesi. La conversazione vira sulle religioni monoteiste, su quella cattolica, di cui Leporatti è aderente e sostenitore. Infine lo scambio verte sul "potere" della televisione e sul consumismo. Leporatti difende la capacità di discernere delle persone, di fronte ai condizionamenti mediatici, ma afferma che a suo avviso la società è sempre stata consumistica, seppure in contesti diversi. Nelle ultime inquadrature sono ritratte diverse persone della troupe, tra cui una donna, ripresi dettagli di manifesti, dipinti, stendardi nella sede Anpi, con battute sul revisionismo imperante, sostenuto anche dai media. Tra i suoi ricordi, la contestazione degli studenti del Virgilio nei suoi confronti, nel 1968, cui seguì l'intervento di Marisa Musu che con un articolo su Paese Sera, rivolto ai ragazzi, raccontò la sua storia, mettendo in luce la nobiltà della sua figura.